Due modi di essere nel web

FULVIO IRACE
«Internet non si addice all’architettura», scriveva su queste pagine Renato De Fusco, a conclusione di un’accurata disanima dei più avveniristici scenari sulla smaterializzazione dell’architettura nell’era digitale. Era il 2001, l’anno successivo alla fortunata edizione della settima Biennale di Architettura di Venezia, lanciata da Massimiliano Fuksas all’insegna di Less Aesthetics, More Ethic.
Per quanto il tema fosse piuttosto incentrato sulla visione della città contemporanea configurata dai nuovi comportamenti sociali indotti dalla globalizzazione, la costruzione scenica e gli interventi di molti degli invitati spingevano il tasto delle nuove tecnologie verso una spettacolarizzazione riassunta nell’invenzione del «muro mediatico» lungo l’imponente navata delle Corderie.

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